Leggiamo la Bhagavad-Gita

Leggiamo la Bhagavad-Gita

Dal 6 luglio di quest’anno “Donne Insieme” sta portando avanti una nuova iniziativa: “Leggiamo la Gita”

Ogni giovedì alle 20:00 ci ritroviamo insieme online – ascoltiamo qualche minuto della recitazione della Bhagavad-Gita dei Pandit Vedici Maharishi, meditiamo insieme per 20 minuti, ascoltiamo la lettura del testo della Gita e dello straordinario commento di Maharishi e ci godiamo preziosi video di Maharishi con approfondimenti sui vari temi.

Se non siamo in grado di partecipare in diretta, sul gruppo WA di Donne Insieme alla fine di ogni incontro possiamo scaricare la registrazione dell’incontro.

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Leggiamo la Bhagavad-Gita

Per farci un’idea dell’importanza del leggere la Gita, soprattutto in questi periodi di grande trasformazione, il 10 dicembre scorso vi abbiamo dedicato una “Giornata” di “Donne Insieme”.

Per un assaggio di questo prezioso testo Vedico, riportiamo la prefazione di Maharishi che è stata pubblicata nell’edizione in lingua inglese della Gita.

La Bhagavad-Gītā è la luce della vita, accesa da Dio sull’altare dell’uomo, per salvare l’umanità dalle tenebre dell’ignoranza e della sofferenza. È una Scrittura che sopravvive al tempo e può essere riconosciuta come indispensabile nella vita di chiunque, in qualsiasi epoca. È l’enciclopedia della vita e questo commento ne fornisce un indice.

Nei campi relativi della vita ci sarà sempre confusione e caos e la mente dell’uomo cadrà sempre nell’errore e nell’indecisione. La Bhagavad-Gītā è una guida completa per la vita pratica. Sarà sempre presente per salvare l’uomo in qualsiasi situazione. È come un’ancora della nave della vita che naviga sulle onde turbolente del tempo.

Essa porta compimento alla vita dell’individuo. Quando la società la accetta, ne derivano benessere e sicurezza sociale e, quando il mondo la ascolta, la pace mondiale diviene permanente.

La Bhagavad-Gītā offre la scienza della vita e l’arte di vivere. Insegna come essere, come pensare e come fare. La sua tecnica di glorificare ogni aspetto della vita attraverso il contatto con l’Essere interiore è come innaffiare la radice e rendere verde l’intero albero. Essa sopravanza qualsiasi saggezza pratica di vita che sia mai stata coltivata dalla società umana.

La Bhagavad-Gītā ha un numero di commenti superiore a qualsiasi altra scrittura conosciuta. La ragione per aggiungerne un altro è che non sembra esserci alcun commento che metta realmente in luce il punto essenziale dell’intero insegnamento.

Saggi commentatori, nel tentativo di soddisfare le esigenze del loro tempo, hanno rivelato la verità dell’insegnamento così come l’hanno trovata. Così facendo, si sono assicurati un posto nella storia del pensiero umano. Si sono distinti come tedofori, come guide, nel lungo corridoio del tempo. Hanno scandagliato grandi profondità dell’oceano della saggezza. Eppure, con tutti i loro gloriosi risultati, non hanno colto il punto centrale della Bhagavad-Gītā. È un peccato che si sia persa l’essenza stessa di questa antica saggezza!

Leggiamo la Bhagavad-Gita

La Bhagavad-Gītā ha bisogno di un commentario che ribadisca con parole semplici l’insegnamento e la tecnica essenziali impartiti dal Signore Krishna ad Arjuna sul campo di battaglia.

Ci sono commentari che esaltano la saggezza dei sentieri della conoscenza, della devozione e dell’azione nella Bhagavad-Gītā, ma nessuno che dimostri che essa fornisce un passe-partout per aprire simultaneamente le porte di tutte queste diverse vie dell’evoluzione umana. Nessun commentario ha ancora dimostrato che, attraverso una semplice tecnica rivelata nella Bhagavad-Gītā, qualsiasi individuo, senza dover rinunciare al proprio stile di vita, può godere della benedizione di tutti questi sentieri. Questo commento è stato scritto per offrire questa chiave all’umanità e conservarla per le generazioni future.

La Bhagavad-Gītā è la scrittura dello Yoga, la scrittura dell’Unione Divina. Il suo scopo è spiegare in teoria e in pratica tutto ciò che è necessario per elevare la coscienza dell’uomo al più alto livello possibile. La meraviglia del suo linguaggio e del suo stile è che ogni espressione porta un insegnamento adatto a ogni livello dell’evoluzione umana.

Fondamentalmente esistono quattro livelli di coscienza, in ognuno dei quali la natura della pratica cambia: lo stato di veglia, la coscienza trascendentale, la coscienza cosmica e la coscienza di Dio. Ogni insegnamento della Bhagavad-Gītā trova applicazione in ciascuno di questi piani di sviluppo. Ogni espressione deve quindi essere interpretata in quattro modi diversi per spiegare, sia in teoria che in pratica, la progressione ascendente del discorso in ciascuno di questi quattro diversi livelli. È quindi ovvio che anche la Bhagavad-Gītā nel suo complesso deve essere interpretata in quattro modi diversi, in modo da spiegare chiaramente l’intero percorso della realizzazione di Dio.

Poiché la Bhagavad-Gītā non è ancora stata interpretata in questo modo, il vero messaggio della Scrittura è rimasto inattivo. È molto importante che questi quattro commentari vegano scritti, non solo per rendere giustizia alle Scritture, ma anche per offrire una via diretta al ricercatore e portargli la profonda saggezza di questa filosofia pratica.

La conoscenza di qualsiasi argomento richiede che la sua validità sia comprovata dai criteri forniti dai sei sistemi della filosofia indiana: Nyaya, Vaisheshika, Sankhya, Yoga, Karma Mimamsa e Vedanta. Per essere completo, ogni aspetto della teoria e della pratica, in qualsiasi fase dello sviluppo, dev’essere verificabile contemporaneamente da tutti questi sei sistemi. Ne consegue quindi che per portare alla luce il significato completo della Bhagavad-Gītā sono necessarie sei interpretazioni di ciascuno dei quattro commentari sopra citati.

Il presente commento deve essere considerato come una base generale per questi ventiquattro commenti. Se il tempo lo permetterà, questi commentari verranno scritti. Ma poiché il mondo ha un bisogno così urgente del principio fondamentale dello sviluppo spirituale, si è ritenuto necessario pubblicare il presente commento senza ulteriori perdite di tempo.

Per il lettore sarà interessante sapere che questo commento è stato pubblicato solo dopo che la tecnica è stata verificata nella vita di migliaia di persone di diverse nazionalità in tutto il mondo, sotto gli auspici del Movimento di Rigenerazione Spirituale fondato con l’unico scopo di rigenerare spiritualmente la vita di tutti gli uomini in ogni parte del mondo. Esso offre una verità senza tempo e universale, una verità di vita ugualmente adatta a tutti gli uomini, indipendentemente dalle differenze di fede, cultura o nazionalità.

La concezione generale di questo commento è complementare alla visione unica e alla profonda saggezza del grande Shankara, come esposta nel suo Gītā-Bhashya. La saggezza è un dono di Guru Dev. Tutta la gloria a Lui! Essa offre la luce della vita e porta la corrente della vita a trovare il suo compimento nell’oceano dell’Essere eterno, nella devozione a Dio e nella beatitudine della coscienza di Dio.

Possa ognuno fare uso della saggezza pratica offerta nel 45° verso del secondo capitolo e in tal modo glorificare tutti gli aspetti della sua vita e ottenere la libertà eterna nella coscienza divina.

Maharishi

E questo è il verso 45 del Capitolo II della Bhagavad Gita, cui Maharishi fa riferimento:

Leggiamo la Bhagavad-Gita

I Veda parlano dei tre guna. / Sii senza i tre guna, o Arjuna, / libero dalla dualità, / sempre fermo nella purezza, / non dipendente dal possesso di cose, / padrone del Sé.

E questo è un breve estratto del relativo commento di Maharishi:

Le teorie psicologiche moderne indagano sulle cause allo scopo di influenzare gli effetti. Esse brancolano nel buio per trovare la causa dell’oscurità allo scopo di eliminarla. In contrapposizione qui c’è l’idea di portare la luce per eliminare l’oscurità.

Il Signore Krishna ordina ad Arjuna: «Sii senza i tre guna [impulsi fondamentali della creazione]»; sii senza attività, sii il tuo Sé.

Vi sono piani grossolani della creazione e vi sono piani sottili. Quando il Signore dice: «Sii senza i tre guna», Egli intende dire che Arjuna deve portare la sua attenzione dai piani grossolani dell’esperienza attraverso i piani sottili, al piano più sottile dell’esperienza; trascendendo persino quest’ultimo egli sarà completamente al di fuori del campo relativo della vita, fuori dai tre guna. Così le parole del Signore «Sii senza i tre guna» rivelano il segreto per giungere allo stato di pura coscienza [mediante la Meditazione Trascendentale].