Ecco come un moderno fisico quantistico sta supportando il nostro messaggio: al di là delle parole, sperimenta dentro di te il campo delle soluzioni!
Federico Faggin, di origine italiana – nato a Vicenza – è un moderno pensatore, fisico quantistico, inventore e imprenditore. Si è dedicato alla realizzazione di importanti e potenti microprocessori, per cui tra l’altro il presidente degli USA, Barack Obama, nel 2010 gli ha personalmente consegnato la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione (National Medal of Technology and Innovation). Faggin ha realizzato i primi touchpad e touch screen, per intenderci – ma ha soprattutto dedicato la sua vita a scoprire che cosa significa “conoscere” “imparare a conoscere”, “che cos’è la conoscenza”.
Lo voleva sapere per realizzare dei microprocessori sempre più sofisticati. E ha finito con lo scoprire la coscienza. A riguardo ha scambiato interessanti riflessioni con il dott. Tony Nader, responsabile a livello mondiale del movimento della Meditazione Trascendentale di Maharishi. Qui di seguito riportiamo alcuni estratti dei suoi interventi in quella stimolante conversazione.
Quando mangio un pezzo di cioccolato, voglio dire, il gusto del cioccolato non è dato da segnali elettrici. È chiaro che c’è una correlazione con i segnali elettrici nel cervello, ma ho un’esperienza gustativa. Da dove viene quell’esperienza? Per me era impossibile immaginare che i segnali elettrici fossero uguali, con un segno uguale, ai segnali elettrici, insomma che il segnale elettrico fosse uguale all’esperienza, e così mi sono imbattuto in quello che all’epoca si chiamava il difficile problema della coscienza.
Il punto di svolta lo avuto proprio con l’esperienza personale e da quel momento il fisico ha stretto la mano al ricercatore del campo della coscienza, ha davvero trovato che la scienza ha bisogno della spiritualità per evolvere. Ecco ancora le parole del dott. Faggin:
…la coscienza deve essere qualcosa che non è nemmeno vicino a ciò che la scienza ci dice. E così la mia vita è cambiata immediatamente nel desiderio di comprendere questo fenomeno. Questo è meraviglioso, perché qui vediamo che in realtà viviamo la nostra vita attraverso la nostra coscienza. Viviamo la nostra vita attraverso la nostra esperienza, anche qualsiasi cosa otteniamo a livello esterno, qualsiasi cosa otteniamo in termini di conoscenza, in termini di produzione, in termini di interazione, avviene attraverso la coscienza.
…[così] ho iniziato a studiare la coscienza nell’unico modo in cui può essere studiata: sperimentandola; perché era molto chiaro che la coscienza è ciò che ci permette di avere esperienze di vario tipo … E alla fine di 20 anni di lavoro personale, lavorando probabilmente il 30-40% del mio tempo mentre dirigevo la mia ultima azienda, sono giunto alla conclusione che la coscienza non poteva essere un’espressione della materia, ma doveva essere il contrario. In altre parole, la materia doveva essere espressione della coscienza. Un altro modo per dirlo è che la coscienza deve essere fondamentale, deve essere qualcosa che non può essere spiegato in altro modo se non con la sua stessa esistenza.
Inoltre il problema della moderna conoscenza quantistica è che essa risulta incomprensibile se, per spiegarla, si utilizzano i criteri di un modello di interpretazione incapace di penetrare nei reami della coscienza. Un acceleratore di particelle, un Grande Collisore di Adroni operano ad un livello troppo grossolano, sensoriale, della faccenda. Questo lo porta a concludere:
Sì, beh, per me, la fonte di informazioni non è stata la lettura di libri, ma le mie esperienze personali.
Conosciamo attraverso l’esperienza, conosciamo diventando ciò che sappiamo
…se guardo al futuro, vedo che una nuova scienza, può sposarsi solo con la spiritualità, con ciò che siamo e con il conoscere attraverso il divenire, invece di conoscere solo intellettualmente, risolvendo equazioni e facendo tutte quelle cose. Queste cose sono fantastiche, la razionalità deve essere il punto di partenza, ma non l’unico punto di conoscenza.
Ecco quindi perché la cosa più potente al mondo che qualcuno possa offrire a qualcun altro è rendergli possibile l’esperienza di un luogo privilegiato da cui esplorare il mondo. E la conoscenza totale, la conoscenza ultima, è un vero e proprio passpartout universale, un posto in poltrona sulla cima più alta del mondo delle cose.
Per trovare, alla fine, che il panorama nella sua interezza è fatto della stessa sostanza di cui siamo fatti noi stessi e conoscere ed essere si intrecciano in un unico “campo” di vita che “è” tutto ciò che “siamo”.
Metterci comodamente seduti due volte al giorno e praticare la Meditazione Trascendentale è senz’altro il modo più veloce e sistematico per fare quell’esperienza.
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Perché, dopo tutto, il sapore del dolce sta nel mangiarlo!