
Come la MT la utilizza per portarci al massimo compimento
L’attenzione come risorsa
Nella vita quotidiana la nostra attenzione è costantemente focalizzata su qualcosa. L’attenzione è senz’altro uno strumento importante che interviene nella creazione dei modelli cognitivi che sono alla base della nostra visione del mondo. E per dirlo ancora più in breve ‘vedi davvero ciò che hai già visto!’ Troppo in breve? Allora prendiamo in esame quanto segue.
Che cos’è l’attenzione?
Ogni esperienza in cui ci imbattiamo stimola una parte del nostro cervello. Quando vediamo qualcosa, i neuroni della nostra corteccia visiva iniziano a stabilire tutti i vari tipi di connessione e con il ripetersi dell’esperienza quelle connessioni si rafforzano.
Potremmo dire che con l’attenzione raccogliamo – letteralmente – nel nostro database personale le informazioni che poi il nostro cervello superiore utilizzerà, un serbatoio di cognizioni fenomeniche, del mondo dei sensi, cui attingere per creare la nostra visione del mondo.
Se non l’hai sperimentato non lo usi
Questo è senza dubbio un modo semplicistico di illustrare l’intera faccenda, ma rende l’idea fondamentale. Se nel nostro database qualcosa non è mai entrato, difficilmente potremo utilizzarlo per risolvere un problema, per chiarire una situazione, per fare un paragone, per capire chi ha torto o ragione, ecc. ecc.
Un esempio? Provate a pensare ai primi tempi in cui studiavate una lingua straniera. Per farvi capire da qualcuno che parlava solo quella lingua vi sarebbe mai venuto in mente di usare una parola che non avevate mai sentito prima? Non avreste nemmeno saputo ‘dove andarla a pescare’, giusto?
Risorsa chiave, ma può fare molto di più
Che l’attenzione sia una risorsa è stato oggetto di studi che hanno valutato quanto siano di maggiore successo persone che sono in grado di cogliere un numero maggiore di aspetti dal loro ambiente. Hanno un database più ricco e variegato.
Ma l’attenzione rivolta verso l’esterno è senz’altro una risorsa limitata. Lo scopriamo facilmente quando alla fine della giornata sentiamo che proprio non abbiamo più la forza di rivolgerla su nulla. Gli occhi si chiudono e: bonanotte! Ci vediamo domattina!
C’è molto di più dell’universo percepibile attraverso i sensi. C’è molto di più dello sforzo umano.
L’attenzione e i media
Le moderne teorie di comunicazione vogliono sfruttare al massimo questa nostra risorsa. È la porta d’accesso tra il mondo individuale e il mondo là fuori. È la porta attraverso la quale entrano nuove tessere per costruzione della nostra vita. La pubblicità fa leva sulla nostra attenzione. Ecco perché l’attenzione è divenuta vittima di uno spietato sfruttamento. Si cerca di corteggiarla, aggirarla, lusingarla in ogni modo. E di farla durare quanto più a lungo possibile.
Non dico che non dovrebbero farlo. Ma senz’altro noi dovremmo far qualcosa per conservare una visione equanime e integrata. E finalmente ci arriviamo.

Affinché possiamo crescere davvero dobbiamo poterci rivolgere all’interno
Se l’attenzione è uno strumento così importante non può sfuggire al processo della crescita, dell’evoluzione. Non è solo uno strumento che ‘cattura all’esterno’ gli elementi per costruire la nostra vita e il nostro futuro. Può aiutarci a costruire la nostra crescita, a divenire migliori, ad aiutare il mondo a divenire migliore se diviene in grado di aiutarci a vedere cose che non sono ancora visibili nell’universo mondo dei sensi e della materia.
A questi livelli ultimi la chiamiamo ‘pura vigilanza’. Non possiamo sforzarci di vedere l’invisibile. Ma possiamo giungere a quel livello, perché è già dentro di noi. È questo il mondo illimitato che esiste già dentro di noi, basta sapere come sperimentarlo.
Permettere innocentemente piuttosto che sforzarci
Nel corso dei secoli innumerevoli maestri si sono avvicendati e hanno promosso il vero potenziale umano e talvolta anche offerto degli esempi delle reali possibilità del sistema nervoso umano, ma la tecnica pratica per ottenere questo risultato è spesso andata perduta. Maharishi Mahesh Yogi, questo saggio della nostra era, ha sempre detto che la Meditazione Trascendentale non è niente di nuovo e che la possiamo trovare nelle scritture delle antiche culture. Egli ha solamente riscoperto il metodo pratico e lo ha trasformato in una tecnica sistematica.
La chiave d’oro della conoscenza che Maharishi ci ha consegnato dalla tradizione dei maestri illuminati di tutti i tempi sta proprio in questo: il tesoro sta dentro di noi.
Il punto è rivolgere l’attenzione verso la giusta direzione. Non più soltanto verso la manifestazione esteriore, ma verso il tesoro, onnipresente, eterno, sempre esistente, ma “trascendentale” all’esperienza sensoriale.
La MT trascende subito anche l’attenzione
La cosa fantastica è che con la MT la nostra attenzione viene risparmiata da uno spietato sfruttamento. Viene appena gentilmente attivata, ma solo per poter restare vigili, svegli, coscienti, quel tanto che basta. Poi ci pensa il normale funzionamento della mente ad andare nella giusta direzione e trasformare l’attenzione in ‘riposata vigilanza’, una quiete illimitata, sperimentata la quale, il database si riempie di ogni possibile connessione, integrazione, abilità, diviene esso stesso infinito.
Perché trascendere
In questo sito possiamo trovare una descrizione di tutti i benefici della tecnica della Meditazione Trascendentale. Ma un miglioramento della salute, l’essere più in contatto con se stessi, relazioni migliori, una maggiore intelligenza, un maggiore successo personale e professionale sono tutti soltanto dei benefici collaterali di ciò che sta realmente avvenendo: la crescita verso lo sviluppo del nostro pieno potenziale, la crescita di una condizione di vita in cui sono stabilmente presenti nella vita di tutti i giorni le qualità della coscienza trascendentale (riposo, pace, felicità, amore, creatività, intelligenza, la connessione con un livello superiore di comprensione.