La Meditazione Trascendentale è davvero facile?

La Meditazione Trascendentale è davvero facile?

Ecco le prove, pratiche e teoriche, che lo evidenziano

Il termine “meditazione” è familiare a tutti. Possiamo dire che è connaturato nell’uomo il forte richiamo a qualcosa che possa aiutare a raggiungere quei livelli di competenza / conoscenza / esperienza che il comune stato di coscienza di veglia non sembra rendere accessibili. Sappiamo per certo, per una memoria profonda all’interno di noi, che dev’esserci altro, dev’esserci di più. E allora abbiamo investigato e “cercato” per tutta la millenaria durata dell’esistere umano sulla Terra. Abbiamo fatto “sforzi” di ogni tipo.

Poi arriva la Meditazione Trascendentale e ci dice: sono semplice, naturale, senza sforzo!

Tra il facile e il faticoso c’è tutta la differenza che sta tra il godersi l’essere che siamo e dannarsi per fare chissà cosa

Quando nell’antica Grecia si volle incidere nella pietra un motto che fosse l’indicazione fondamentale per la realizzazione dell’uomo non ebbero dubbi, doveva essere “conosci te stesso” e lo scolpirono sul frontone del tempio di Apollo a Delfi – come invito a indagare dentro di sé, per scoprire l’essenza della nostra vita che è dentro, non al di fuori, non il risultato di un qualche “fare”, non il prodotto della mente, ma la sorgente stessa della mente.

Maharishi Mahesh Yogi, il fondatore del Programma di Meditazione Trascendentale l’ha spiegato un po’ più nei dettagli

Tutta l’indagine per sapere di più, per conoscere di più, tutto il campo della conoscenza procede per scoprire Quello, che è al di là di tutti i valori concreti, la dimora … Vai in profondità nella casa, stato di grande eccitazione, grande entropia. Vai più in profondità nel valore finale dell’entropia, arrivi ad una minore entropia, minor caos, minore diversità, meno cambiamento. Vai più in direzione del non cambiamento, ti allontani dal cambiamento, e poi trovi … quel silenzio eterno, lo stato di minima eccitazione … ciò che vale la pena conoscere. Maharishi, 12 ottobre 1975, Courchevel, Francia

E ancora:

Profondamente all’interno dell’aspetto mutevole relativo della vita c’è il campo del non-cambiamento. La fisica moderna colloca questo campo non-mutevole dell’Assoluto, nello stato di minima eccitazione, lo stato di vuoto. Questo è il livello dell’immanifesto, presente al di là dell’aspetto più sottile dell’esistenza relativa. Tutta l’azione nel campo relativo della vita si basa su questo campo di non-attività, descritto dalla fisica come lo stato di vuoto e dalla scienza dell’intelligenza creativa come l‘assoluto. Maharishi parla agli studenti

Quando chiesero a Maharishi, di riassumere la saggezza degli antichi testi sapienziali vedici egli rispose citandone una frase: “Stabilizzato nello Yoga, compi l’azione”, Bhagavad-Gītā, 2.48.

Se vogliamo sapere cosa sia davvero lo Yoga troviamo questa rivelatrice affermazione vedica: “Yoga è il completo acquietamento delle fluttuazioni della mente” Yoga-Sūtra.

Quindi quello che è sempre stato molto chiaro ai saggi di ogni epoca è che la vera meditazione non può essere uno sforzo, altrimenti non potremmo stabilizzarci in quello stato di silenzio-attivo che sta dentro di noi, di quieta vigilanza, di minima eccitazione, dove troviamo ciò che “vale la pena di conoscere”.

Ma allora bisogna “fare” silenzio nella mente?

Se non fosse già evidente, quel “fare” è contraddittorio ed inutile, non c’è alcun bisogno di “fare” il silenzio. C’è già, da sempre, il silenzio. Proprio nel completo acquietamento delle fluttuazioni della mente. E qualunque “cercare” di essere nel silenzio è uno sforzo bello e buono, che non raggiungerà mai del silenzio, solo fatica e frustrazione! È più o meno la ragione per cui tutte le meditazioni che non siano in grado di permetterci di godere naturalmente di quel silenzio sono state abbandonate e hanno dato vita alla leggenda che “meditare è difficile”.

Se ancora non ci credete ve lo mostriamo

Questa è un’elaborazione di un tracciato EEG. C’è un soggetto che medita con gli elettrodi sulla sua testa. Viene rilevato il suo tracciato EEG (parte alta del grafico) e un computer elabora questo tracciato per mostrarci (nella parte bassa della figura) quanto il suo tracciato sia “coerente”, il che è uno dei segni, il più significativo, della trascendenza – il cervello spontaneamente si mette a funzionare nella sua interezza, si risvegliano aree che erano latenti, non funzionali, e cominciano ad operare come un tutt’uno, potente e ordinato.

La Meditazione Trascendentale è davvero facile?
La Meditazione Trascendentale è davvero facile?

Vedete? Il soggetto chiude gli occhi, comincia la tecnica e “subito” la coerenza aumenta in modo marcato. Non avrebbe proprio nemmeno il tempo di “fare” alcunché!

Se non bastasse possiamo anche mostrare che, se nella stanza accanto incomincia a meditare un gruppo di persone, e il soggetto se ne sta semplicemente lì, ignaro, con gli elettrodi sulla testa, il suo tracciato della coerenza si modifica “subito” anch’esso, non appena il gruppo comincia la pratica.

La linea rossa indica il momento in cui il gruppo comincia la pratica della Meditazione Trascendentale.

La fisica stessa chiama “minima eccitazione” quello stato di massima potenza, energia e intelligenza presente alla base di ogni cosa nella creazione

È una grandissima fortuna che le diverse scienze siano abbastanza sviluppate oggi da poter riconoscere la totalità della vita. La fisica si è sviluppata a sufficienza per riconoscere che il valore fondamentale della vita che armonizza ogni cosa – quello stato integrato di vita, quella totalità di vita che è l’esperienza diretta quando la mente trascende ogni attività attraverso la pratica della Meditazione Trascendentale – quell’esperienza di totalità di vita in cui non c’è alcun impulso di attività, quello stato di minima eccitazione.

Lo stato di minima eccitazione è il livello di tutte le possibilità, il campo di perfetto ordine dal quale sorge tutta l’attività in accordo con tutte le leggi di natura. Nessun aspetto di alcuna attività che sorge dallo stato di minima eccitazione viola alcuna legge naturale, e quindi, i problemi non sorgono. La base dei problemi è la debolezza e la violazione della legge naturale. Quello stato, essendo il livello di tutte le possibilità, non permette alcuna debolezza, ed essendo ordine perfetto, non permette la violazione della legge naturale. Pertanto, viene meno la base dei problemi se quel campo è vivo nella propria consapevolezza. In questo modo, la Scienza dell’Intelligenza Creativa rende la vita libera dai problemi, libera dalla debolezza, e quindi, libera dalla sofferenza. La fisica è in grado di spiegare che l’intera creazione manifesta nasce da quel campo immanifesto della vita che è l’esperienza diretta di circa un milione di persone nel mondo oggi. Maharishi, 12 gennaio 1975

Se la Meditazione Trascendentale ci porta senza sforzo a quello stato, come fa? Come si fa a farla?

Ecco ancora la risposta di Maharishi:

Una cosa è comune a tutte le persone, e questa cosa è che ogni mente vuole gioire sempre di più. Da un campo di minore felicità la mente si sposta. Questo è il fattore naturale comune di ogni mente, di tutte le persone. Ora, la gioia che la mente sperimenta nel mondo esteriore è molto minore di quella che essa sperimenta nei campi più sottili del pensiero. A mano a mano che la mente si avvicina al campo dell’Essere, essa sperimenta un fascino maggiore, e questo fascino maggiore ad ogni passo verso i livelli più sottili del pensiero attrae la mente in maniera automatica. Non dobbiamo concentrarci o sforzarci di arrivare a quel campo dell’Essere. Dobbiamo soltanto permettere alla mente di andare in quella direzione, e la mente ci andrà.

Non è necessaria alcuna disciplina per gioire di una musica più bella quando stiamo ascoltando una radio

I ricercatori descrivono così l’intera cosa:

La pratica della Meditazione Trascendentale è associata alle onde cerebrali alfa (8-10 Hz), le quali si manifestano quando una persona è rilassata, ha gli occhi chiusi e non sta dormendo; c’è consapevolezza interiore e vigilanza, ma nessuna focalizzazione su un determinato compito. Dal punto di vista della misurazione oggettiva sappiamo che la tecnica della Meditazione Trascendentale non coinvolge la concentrazione, perché produce onde alfa piuttosto che beta (13-20 Hz) o gamma, associate invece alla concentrazione e alla focalizzazione.

Le onde alfa durante la pratica della Meditazione Trascendentale indicano che una persona è sveglia pur non essendo concentrata, indicano una mente molto riposata, ma sveglia. Questo è uno stato unico chiamato “riposata vigilanza”. Le caratteristiche di questo stato di riposata vigilanza sono diverse da quelle dei 3 stati di coscienza che conosciamo − veglia, sogno o sonno − e costituiscono un quarto stato di coscienza chiamato Coscienza Trascendentale.

Le onde EEG alfa indicano che una persona sta sperimentando uno stato di vigilanza, mentre i cambiamenti fisiologici, come il rallentamento del respiro e la riduzione degli ormoni dello stress, mostrano che questo è uno stato di profondo rilassamento e ringiovanimento del corpo.

I ricercatori vanno anche oltre e sono anche in grado di dimostrare l’effetto che un gruppo che medita può naturalmente, senza sforzo, produrre nell’ambiente in modo automatico, proprio senza nemmeno pensarci!

Gli effetti dell’aumento della coerenza EEG e sul metabolismo della serotonina nella popolazione circostante sono le conseguenze naturali che si verificano quando i meditanti trascendono i livelli più sottili della mente, lasciandosi alle spalle tutte le intenzioni e le altre attività mentali, e si stabiliscono nella coscienza trascendentale, lo stato di minima eccitazione della consapevolezza, un processo detto anche di auto-trascendenza automatica.

Ma questa è ancora un’altra delle storie affascinanti che potremmo raccontarvi su questa tecnica senza sforzo