Ci prendiamo una pausa?

Ci prendiamo una pausa?

Ed ecco che per il nostro cervello comincia una sessione di “Lavori in corso”.

E, se in quella pausa pratichiamo la Meditazione Trascendentale, quei “Lavori in corso” diventano del tutto speciali.

Quando il cervello non è impegnato in attività di attenzione / concentrazione che riguardano il mondo esterno, il cervello è in uno stato di “riposo cosciente” e l’energia che consuma è molte volte superiore a quello della comune attività verso l’esterno. 

Si chiama DMN (Default Mode Network, rete cerebrale di default) e ormai se ne sta parlando da decenni. È una rete funzionale nel nostro cervello che si attiva particolarmente in condizioni di veglia a riposo, nella fase di sonno REM, quando è in corso un ragionamento morale per riconoscere ad esempio tra giusto e sbagliato, negli stati di autoreferenza, quando riflettiamo sulle emozioni / caratteristiche degli altri, anche come gruppo o società nel suo insieme, quando dobbiamo comprendere e ricordare una narrazione. In definitiva la sua funzione esprime un tipo più elevato di coordinamento funzionale, di consapevolezza di sé, esprime la coscienza, che è presente in modo così marcato e peculiare solo nell’uomo.

Un po’ di storia

Quando nel 1929 Hans Berger, inventore dell’EEGrafia, aveva riscontrato che «il sistema nervoso centrale è costantemente attivo, non soltanto durante la veglia», le sue osservazioni vennero dapprima ignorate, le ricerche però sono andate avanti e con l’avvento di metodi di indagine più accurati, quali la Pet (tomografia a emissione di positroni) o la fMri (risonanza magnetica funzionale) il neurobiologo Marcus E. Raichle scoprì che «il cervello non funziona al minimo quando non è impegnato in un’ attività cosciente. Quell’area misteriosa [la DMN] rimane costantemente attiva finché il cervello si concentra su un nuovo compito ed allora alcune aree riducono l’attività intrinseca». Alcuni studi di elettrocorticografia (che implicano l’applicazione di elettrodi sulla superficie del cuoio capelluto di un soggetto) hanno mostrato che il Default Mode Network incomincia ad attivarsi una frazione di secondo dopo che i partecipanti hanno terminato un compito.

Insomma, la coscienza sta cercando prepotentemente di entrare sulla scena della ricerca medica. Dopo i primi momenti di rifiuto, il riconoscimento dell’idea di un sistema cerebrale coordinato ed integrato in uno stato di riposo vigile ha preso piede. Sono oltre 1400 gli studi su questo soggetto condotti solo dal 2007 al 2014. E la comprensione è andata al di là del delineare una rete cerebrale passiva o un generico stato di “mente che vaga”.

Ci prendiamo una pausa?

Più coscienza più creatività, soprattutto grazie alla MT

Maharishi Mahesh Yogi fin dagli anni ’70 del secolo scorso aveva promosso ricerche sulla neurofisiologia di quello stato di “riposata vigilanza” che la Meditazione Trascendentale promuove in modo particolare. I risultati hanno messo in luce che il DMN è più complesso, non è solo “qualcosa che il cervello fa quando non fa nulla”. Si comporta come un direttore d’orchestra, coordina e mette in relazione diverse regioni cerebrali e migliora le nostre prestazioni mentali.

Secondo una ricerca dell’Accademia cinese delle scienze, buoni risultati ai test di intelligenza possono dipendere da un’elevata connettività a riposo tra regioni cerebrali distanti. In pratica, le persone che riescono a fare rapidi collegamenti di idee, devono la loro creatività proprio all’ efficienza e all’ampiezza delle connessioni nella rete cerebrale di default.

Un’altra significativa scoperta di questo studio è che l’attività dello stato fondamentale aumenta durante la Meditazione Trascendentale in misura maggiore rispetto che durante il riposo ad occhi chiusi o rispetto a pratiche di meditazione che richiedono un’attenzione focalizzata. Lo afferma il dott. Fred Travis (autore e direttore del Centro per Cervello, Coscienza e Cognizione presso la Maharishi Management University, Iowa, USA) a conclusione di uno studio randomizzato pubblicato da Brain and Cognition, 111, 2017 (86-94).

Ecco in che modo creatività, percezione di un sé superiore, ragionamento morale, intelligenza, prestazioni psico-fisiche e in definitiva una buona salute mentale migliorano in coloro che praticano la Meditazione Trascendentale.

Ci prendiamo una pausa?

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