E’ possibile risolvere il problema del sovraffolamento delle carceri?
Uno dei tanti problemi che affligge le carceri italiane – e che rende ancor più pericolosa l’emergenza coronavirus – è il sovraffollamento. Infatti l’emergenza coronavirus ha intensificato il carico di problematiche che grava sulle carceri italiane.
Dati recenti del Ministero della Giustizia ci confermano la criticità della situazione: in Italia i detenuti sono 61.230, a fronte di una capienza regolamentare delle carceri pari a 50.931 posti. In altre parole, dove potrebbero starci 100 persone ne vengono confinate 120.
Per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri italiane, già nel gennaio 2010 fu approvato un piano carceri che prevedeva la costruzione di 47 nuove carceri da affiancare alle strutture già esistenti e altri interventi all’interno di una dichiarazione di “stato di emergenza nazionale”. Il piano nazionale prevedeva inoltre l’assunzione di 2000 nuovi agenti per gestire la popolazione carceraria, che ammontava a 64.800 unità.
La situazione non ha ricevuto nessun tipo di sviluppo in questi ultimi dieci anni e l’attuale governo, tenendo conto delle sollecitazioni dalla corte costituzionale e dalla corte europea, ha approvato di recente un nuovo decreto legge con l’obiettivo di ridurre in maniera selettiva il numero delle persone detenute in carcere.
Ci chiediamo: quali potranno essere i risultati di questi piani nazionali? E dove sono finiti i propositi di reintegrazione e rieducazione dei detenuti italiani?
È necessario quindi sottolineare ancora una volta che c’è bisogno di un programma sperimentato e convalidato nei suoi risultati pratici, per risolvere le problematiche delle carceri e dei loro programmi di riabilitazione, che finora hanno mostrato ben poca efficacia per la reintegrazione dei detenuti nella società.
Incarcerare le persone non le riabilita. Una volta fuori, molti detenuti ritrovano gli stessi problemi che li hanno portati in carcere e per questo motivo continua a perpetuarsi una problematica che non riesce ad essere eliminata, quella della recidiva e quindi del sovraffollamento.
Una nuova strategia scientifica:
Centinaia di esperienze, effettuate negli ultimi quarant’anni, dimostrano che oggi è possibile affrontare con successo questo problema. L’Associazione Meditazione Trascendentale Maharishi propone un triplice approccio integrato, che si basa sull’impiego delle tecniche della Meditazione Trascendentale e del programma avanzato MT-Sidhi.
La tecnica della MT, praticata per 20 minuti due volte al giorno sedendo comodamente ad occhi chiusi, nei detenuti allevia lo stress, le tensioni e i sintomi da trauma profondo, che rappresentano la base del comportamento criminale.
La Meditazione Trascendentale riduce ansia e depressione, promuove globalmente la salute fisica e mentale e rafforza le difese immunitarie, un risultato molto prezioso in tempi di pandemia.
La tecnica della Meditazione Trascendentale ha dimostrato di poter ridurre lo stress, sia a livello individuale che collettivo, riducendo così la tendenza a commettere crimini. La pratica regolare di questa tecnica, infatti, sviluppa pienamente e in modo naturale le risorse umane e un comportamento ideale, come risultato gli individui divengono capaci di soddisfare le proprie aspirazioni e le proprie necessità senza creare danno alla collettività.
Vogliamo sottolineare due punti
- Non stiamo parlando di teorie, ma di metodi già in uso con pieno successo da decenni nelle carceri di molte nazioni.
- Questa proposta non vuole sostituirsi alle attuali strategie anticrimine, ma può essere facilmente integrata con esse.
Un approccio vincente alla riduzione del crimine deve prevedere tre livelli di intervento:
1. Prevenzione del crimine attraverso un’istruzione adeguata
Lo sviluppo del potenziale mentale degli studenti ha un ruolo fondamentale nel produrre cittadini soddisfatti, capaci di vivere spontaneamente in accordo con le leggi di natura -in modo da mantenere la salute e il benessere- e con le leggi nazionali. È compito del sistema educativo sviluppare nei giovani la capacità di realizzare le proprie aspirazioni e soddisfare le proprie necessità tenendo naturalmente in considerazione i bisogni degli altri, promuovendo allo stesso tempo il benessere della società. Questa qualità si sviluppa in modo naturale con la pratica della Meditazione Trascendentale.
Degli oltre 700 studi scientifici condotti sui benefici del Programma di Meditazione Trascendentale, molti documentano la sua efficacia nell’accrescere l’intelligenza, la creatività, la maturità psicologica e i risultati scolastici.
Alcuni studi mostrano anche i seguenti benefici: crescita dei livelli di giudizio morale, riduzione della percentuale di abbandono degli studi tra i giovani emarginati, riduzione dell’uso di droghe, di alcol e del fumo.
Questi risultati dimostrano che l’integrazione della pratica della Meditazione Trascendentale nel programma scolastico è essenziale per migliorare i risultati scolastici e per prevenire nei giovani le tendenze al crimine.
2. Prevenzione globale riducendo lo stress collettivo
La nostra società è sotto l’influenza di un’epidemia di stress e molti studiosi concordano sul fatto che il crimine si sviluppa dove il livello di stress è più alto. Lo stress e la tensione indeboliscono la coscienza collettiva, generando comportamenti antisociali.
Più 50 studi scientifici dimostrano che è sufficiente un piccolo gruppo di persone, pari alla radice quadrata dell’1% della popolazione dell’area – 300 persone per una città grande come Milano – che pratichino insieme le tecniche della Meditazione Trascendentale e il Volo Yoga Maharishi, per generare un’influenza di positività così potente da neutralizzare lo stress collettivo.
Di conseguenza la coscienza collettiva torna ad essere coerente e le tendenze sociali negative si riducono spontaneamente e drasticamente. Dove sono stati costituiti gruppi di questo tipo, che funzionano come un vaccino contro lo stress, si è verificata una forte riduzione di tutti i tipi di crimine: furti e rapine, microcriminalità, violenze, omicidi, attentati terroristici e persino conflitti.
Grazie all’applicazione di questa strategia, nell’estate del 1993 i crimini a carattere violento a Washington sono diminuiti del 23% in due mesi. Nel Merseyside, una regione inglese ad alto livello di criminalità, dal 1987 al 1992 il crimine è sceso del 12%, mentre nel resto dell’Inghilterra è aumentato del 48%.
Queste ed altre esperienze dimostrano che questo metodo non coercitivo, poco costoso e di facile applicazione è l’unico metodo verificato scientificamente che può ridurre immediatamente, in modo consistente e con continuità il crimine nell’intera società.
3. Ridurre la recidiva con un’effettiva riabilitazione dei detenuti.
L’introduzione della Meditazione Trascendentale nelle carceri porta alla riduzione della recidiva e al miglioramento della qualità della vita nelle carceri
Il Programma della Meditazione Trascendentale ha dimostrato una straordinaria efficacia nella riabilitazione dei reclusi nelle prigioni in tutto il mondo, comprese le carceri di massima sicurezza. Gli studi mostrano che i detenuti che praticano questo programma manifestano minore ostilità e aggressività, una riduzione del livello di stress e di ansietà, un miglioramento del comportamento e della salute fisica e mentale.
A mano a mano che i traumi del passato si dissolvono, i detenuti si sentono sempre più calmi e il loro comportamento migliora spontaneamente. Ansia, rabbia e aggressività diminuiscono, mentre aumentano l’autostima, la capacità di assumersi la responsabilità per le proprie azioni e di realizzare i propri obiettivi.
In confronto ad altri programmi di riabilitazione, il risultato più importante è che tra i detenuti che imparano la Meditazione Trascendentale la recidiva si riduce notevolmente. In Senegal, ad esempio, 11.000 carcerati e oltre 900 agenti penitenziari furono istruiti nella Meditazione Trascendentale tra il 1987 e il 1988. Come risultato di questo programma, la recidività diminuì dal 90%, riducendo della metà la popolazione carceraria e permettendo la chiusura di numerose prigioni.
Casi di maggior successo in Italia
In Italia sono stati effettuati due progetti con la Meditazione Trascendentale, nelle carceri di massima sicurezza di Alessandria e Belluno. I progetti, finanziati interamente dagli enti locali (Provincia e Comune) e da Banche locali, hanno coinvolto detenuti, agenti e operatori penitenziari.
I Direttori delle carceri di Alessandria e Belluno hanno rilevato, al termine del corso, che il comportamento di molti detenuti era migliorato. Erano più ragionevoli e tranquilli, avevano un migliore atteggiamento verso l’istituzione, verso gli operatori e gli agenti della polizia penitenziaria. Anche il rapporto con gli altri detenuti era migliorato e si verificava una relativa diminuzione di infrazioni alle regole e, di conseguenza, delle informazioni disciplinari a loro carico.
La Provincia di Belluno in una riunione tra enti pubblici definiva che:
“Il progetto costituisce l’applicazione pratica di un nuovo approccio alla gestione dei penitenziari, tendente a realizzare una più efficace riabilitazione della popolazione carceraria, nonché una riduzione delle recidiva e della violenze nelle carceri, associata al miglioramento della salute mentale e della situazione di emarginazione psico-sociale”.
Queste esperienze hanno confermato che la tecnica della Meditazione Trascendentale rappresenta il supporto ideale per promuovere la salute, la tranquillità mentale e per migliorare il comportamento; per favorire il processo di riabilitazione dei detenuti; per proteggere il personale che lavora nelle carceri dal rischio di stress e di burnout, in modo da aumentarne l’efficacia e la soddisfazione nello svolgimento della propria professione.
Rossano Maset