
Il prof. Tony Nader è leader mondiale delle circa 120 organizzazioni senza scopo di lucro, di ogni parte del mondo, che costituiscono il Movimento della Meditazione Trascendentale Maharishi e dei relativi programmi. Egli è un medico, specializzato in neuroscienze presso il Massachusetts Institute of Technology e l’Università di Harvard, ed è l’autore del libro, pubblicato di recente, “Un oceano illimitato di coscienza: risposte semplici alle grandi domande della vita”, di cui ci ha concesso il permesso di pubblicare alcuni estratti dal capitolo 12.
Esperienza di coscienza più elevata, interiore ed esteriore
Ci sono abbondanti prove scientifiche che durante la trascendenza avviene qualcosa di insolito e significativo, e non solo nella mente. Non è solo uno stato psicologico soggettivo, ma è anche fisico. Come abbiamo visto, ogni stato di coscienza ha un corrispondente insieme di parametri fisiologici. Proprio come nel sonno, nel sogno e nella veglia, anche il quarto stato, o stato trascendentale, ha il suo modello unico di funzionamento mente-corpo.
I cambiamenti metabolici e biochimici indicano uno stato estremamente profondo di rilassamento e di riposo, effettivamente più profondo del sonno, come misurato ad esempio dalla respirazione naturale molto superficiale e da periodi di sospensione non forzata del respiro, senza alcun eccesso di respirazione compensatoria in seguito. Naturalmente uno stato così profondo di riposo ha una vasta gamma di conseguenze per la salute che sono state ampiamente documentate.
Eppure – e questo, da neuroscienziato, mi interessa in modo particolare – simultaneamente al profondo stato di riposo fisico, la consapevolezza è vigile e compare un modello unico di attività neurologica, segnato da un alto grado di coerenza o integrazione delle onde cerebrali che segnala un’attivazione insolitamente equilibrata del cervello totale.
Questo stato di trascendenza, noto nella tradizione Vedica come samadhi, potrebbe essere considerato una sorta di stato di base o fondamento per stati più elevati di coscienza. La meta della pratica spirituale non è semplicemente quello di avere periodi di tempo (o, come si sperimenta soggettivamente, senza tempo) in cui si gioisce del silenzio interiore e della consapevolezza illimitata, ma di portare quello stato espanso e beato dell’essere in tutte le attività e relazioni per consentire un vero stato di vita illuminata. Questo inizia non appena la trascendenza si aggiunge al repertorio di esperienze di una persona e cresce costantemente man mano che si sviluppano gli stati superiori di coscienza, raggiungendo il suo picco in quella che chiameremo Coscienza di Unità.

Poiché la Coscienza è davvero tutto ciò che c’è, allora nel suo stato puro, in se stessa come Coscienza Trascendentale, dovrebbe essere la sorgente di tutta la creatività, l’intelligenza e il potere mostrati ovunque nell’universo e anche nelle nostre vite individuali. A sostegno di questa comprensione, nel corso della storia troviamo artisti, poeti, matematici, scienziati e visionari su larga scala che riferiscono che è proprio questa esperienza di illimitatezza, silenzio, beatitudine e luce che ha ispirato la loro creatività unica e le loro profonde intuizioni.
«Il vero genio attinge alla sorgente infinita della Saggezza e delle Possibilità come fecero Milton e Beethoven», ha detto il compositore Johannes Brahms. «Grandi talenti come Goethe, Schiller, Milton, Tennyson e Wordsworth ricevevano le vibrazioni cosmiche delle Verità eterne perché si collegavano all’energia infinita del Cosmo.»2
Può essere energia infinita e dinamismo creativo, ma è anche un campo di tranquillità e silenzio, la biblica “pace che supera ogni comprensione“.
Il generale e imperatore romano Marco Aurelio scrisse nelle sue Meditazioni qualcosa che serve da promemoria per tutti coloro che cercano pace e ispirazione al di fuori di sé: « Alcuni vanno alla ricerca di luoghi in cui ritirarsi in campagna, al mare o sui monti, e anche tu sei solito desiderare tali rifugi. Ma tutto questo è davvero insensato, dal momento che tu puoi, quando lo desideri, ritirarti in te stesso. Infatti in nessun luogo più sereno e più tranquillo l’uomo può ritirarsi se non nella sua stessa anima ».3
1. Experiences of Higher States of Consciousness by Transcendental Meditation Practitioners, 1960–2020 (unpublished manuscript).
2. Merrell-Wolff, Franklin. The Philosophy of Consciousness without an Object: Reflections on the Nature of Transcendental Consciousness (Julian Press, 1977).
3. Merrell-Wolff, Franklin. Pathways through to Space (Julian Press, 1973).