Musica e trascendenza, alla ricerca dell’essenza

Intervista a Lisa Francese a cura di Gloriana Dalmazi.

Di origine tedesca, nata a Roma, Lisa suona il pianoforte dall’età di sette anni. Diplomata al Conservatorio con Enrico Pieranunzi, dal 2002 organizza molte stagioni concertistiche in Chiese, Musei, Dimore Storiche e Università. Specializzata in musica da camera, suona prevalentemente in duo con il violoncellista Marco Algenti.

Com’è stato per te incontrare la Meditazione Trascendentale?

Sono andata alla conferenza introduttiva pensando fosse simile a una lezione di yoga. Invece è stata una grande scoperta: avevo trovato finalmente quella pienezza che tanto avevo cercato.

Parlaci della tua esperienza di musicista che medita. 

Meditare e studiare musica classica hanno molto in comune. Sono attività che trascendono cioè vanno oltre il livello fisico ed emozionale. Trascende chi medita e trascende il musicista che sperimenta il godimento della musica nel ‘profondo’, al di là delle emozioni.

Chi medita sperimenta il silenzio e chi suona conosce bene quel ‘silenzio pieno’, misterioso, che si crea un attimo prima di una performance e che dura sino a poco prima degli applausi. Infine, al termine del concerto, il musicista e il pubblico condividono un certo benessere e un arricchente senso di gratitudine reciproca. Trascendenza, silenzio, benessere, sono esperienze che ritrovo nella pratica della meditazione.

Ogni aspetto della vita evolve nell’alternarsi di riposo e attività, insegna Maharishi. Come avviene nella musica?

In musica l’alternanza tra movimento e riposo la si ritrova nel dialogo delle frasi musicali, tra i vari movimenti delle composizioni, tra una nota e un’altra, possiamo non percepirlo, c’è un vuoto, il riposo, ecc.

Con la meditazione cerchiamo l’essenziale. Nella musica il procedimento è simile? 

Possiamo dire che i capolavori della musica classica sono tali perché ordinati, chiari, brillanti, vibranti, pieni di energia e perché sono ‘essenziali’. Come lo scultore crea una forma partendo da un blocco di marmo e togliendo il superfluo, anche il musicista va alla ricerca dell’essenziale togliendo, passando per la negazione. Con la Meditazione Trascendentale il procedimento è molto simile, da quando medito, trovare l’essenziale in musica è più facile.

La Meditazione Trascendentale giova quindi alla tua pratica musicale.

Dalla pratica quotidiana della Meditazione Trascendentale deriva un grande sostegno: lo studio e l’esecuzione della musica scorrono senza sforzo, spontaneamente si è più focalizzati, più presenti. Aumentano così il piacere del suonare e anche il successo. Credo che questa tecnica andrebbe inserita nel corso degli studi di musica classica come materia complementare. Meditando inoltre i sensi si affinano, si ‘vede-ascolta’ la musica diversamente e si comprende il linguaggio musicale più chiaramente.

Hai speciali esperienze musicali o personali da condividere?

Ci sono esperienze speciali, per esempio, percepisco un flusso di energia e suono il pianoforte come trasportata sulla cresta di un’onda. Fan-ta-sti-co!

Infine apprezzo molto la particolare dolcezza che Maharishi trasmette con il suo modo di insegnare e di essere. È una dolcezza che avvolge e nutre. La si percepisce nelle meravigliose lezioni di Scienza dell’Intelligenza Creativa, nei corsi sulle Yoga Asana e sull’Ayurveda Maharishi. L’ho vissuta durante la visita alla dimora di Maharishi in Olanda e la vivo nella compagnia delle persone che meditano, è davvero un’esperienza di benessere speciale.