Sono cresciuta in compagnia di un'ansia perenne, che non mi lasciava mai. Ho subìto e ho affrontato quest'ansia in modi molto diversi, a seconda delle età, delle occasioni per dimenticarla (almeno per un po' ), dell'urgenza di sedarla, dell'intuizione che potesse in un certo qual modo costituire una spinta fortissima alla mia evoluzione personale. Ho vissuto per una trentina d'anni, i miei primi trentatrè anni, un' alternanza di esperienze di sfida del limite, di depressione, di abbuffate, di controllo ossessivo dell'alimentazione e degli impegni, di disagio relazionale, di dipendenze affettive, di farmaci tranquillanti, di psicoterapia, di preghiera, di tecniche di autoguarigione, di affermazione professionale, di counselling, di tentativi di auto-affermazione. Ho raggiunto grandi obiettivi e sperimentato dolorosi insuccessi in un lungo percorso costellato da grandi sforzi di volontà. In tanti anni, avevo imparato a domare l'ansia, a tenerla al guinzaglio, con un enorme sforzo di autocontollo. Persisteva la paura continua che quell'ansia si scatenasse ancora e con una forza che non avrei potuto controllare, mandando all'aria tutti i miei bei programmini. Eppure, sin da bambina, sentivo di avere una parte di me molto forte e sempre intatta dove quell'ansia non era mai penetrata, una parte di me profonda che non aveva nulla a che vedere con le tecniche che avevo appreso strada facendo, una parte libera e integra, indifferente alle sovrastrutture e ai ruoli che mi avevano dato e che mi ero data nel tempo. Mi riferisco ad una parte attiva, che nonostante il dolore di quella sensazione di catastrofe incombente che mi aveva sempre accompagnata, era riuscita a farsi sentire e a farsi valere e a guidarmi in alcuni momenti cruciali dell'esistenza. Un po' per volta ho maturato il desiderio fortissimo di dare spazio a quella parte di me, di mettermi in contatto con quella zona profonda che avvertivo come calma e rassicurante. Avevo intuito che quella amatissima parte dentro di me, che pure mi sembrava tanto profonda da essere tanto, troppo lontana, era in comunicazione con l'esterno, con gli altri, ed era fidata, più saggia, più genuina e più autentica, più densa di significato, di tutti i ragionamenti e i costrutti con cui mi spremevo le meningi per "restare a galla". Quando ho letto della MT sul sito ufficiale, ho avvertito uno slancio fortissimo a sperimentarla. Questo slancio l'ho avvertito ancora più intensamente durante la conferenza introduttiva. Ricordo che mentre osservavo lo schema illustrativo dal livello più grossolano del pensiero giù, attraverso gli strati più sottili, fino alla sorgente del pensiero, pensavo: "E' lì che voglio andare, lì è casa".
La mia parte razionale mi pungolava: "Ecco la solita fessa disperata che si attacca a qualsiasi miraggio di facile portata e si illude così di aver trovato la bacchetta magica". Ma io sapevo di non essere lì per disperazione. Ero lì perchè cercavo un'occasione e ho ascelto subito che me la sarei presa. Ero andata alla conferenza introduttiva con un'amica. Appena fuori, mi ha detto: " Non fa per me. E' anche caro". Non ho risposto nulla, faceva per me invece, e già da un po' avevo imparato a non lesinare sul mio progresso personale. Il giorno seguente ho preso accorsi con l'insegnante per frequentare il corso. E' trascorso un anno da allora. Ho meditato con costanza da subito. Ho conseguito due tecniche avanzate , la prima in autunno, la seconda in primavera. La Meditazione Trascendentale mi fa bene. Mi permette di entrare in contatto con la mia parte più profonda, dove tutto va sempre bene, di riconoscere quella stessa parte negli altri e di amarli di più e più facilmente, per questo. Mi sento più in sintonia con l'ambiente e ho più fiducia in me stessa, negli altri e nel mondo. Passo molto meno tempo a rimuginare e ho meno pensieri ossessivi. Non credo che la MT ci cambi, credo che tiri fuori la parte migliore di noi, quella che ci accomuna tutti, e lo fa in un modo naturale e spontaneo che non ho trovato in alcun altra tecnica. La MT è al di là dei buoni propositi, delle scelte etiche, dei bei princìpi, della filosofia, per quanto essi siano importanti e vadano coltivati. La MT è un'esperienza che porta con sè la propensione a vivere meglio: più serenamente, più coerentemente, più efficacemente. La MT è un'esperienza di cui sono profondamente grata, e avverto con certezza di essere ancora all'inizio di un' esperienza che mi condurrà molto oltre a quanto sinora ho sperimentato.
Località:
Torino